16 aprile 2008

A chi parleremo?

(Questo post è stato pubblicato anche sul blog delle opinioni del PD di Cassano d'Adda. S.R.)


Mentre raccogliamo le idee per ripartire verso i cinque anni di opposizione nazionale che ci aspettano e verso le questioni locali che costituiscono il nostro vero, primo interese, mi permetto una rapida riflessione sui motivi che ci hanno portato alla sconfitta elettorale.
Il primo motivo che mi viene in mente è che abbiamo pagato il prezzo del rigore di Prodi. C'era una situazione debitoria da sanare, ed è stato fatto, a prezzo di sacrifici che gli elettori non hanno gradito. E forse non hanno capito.
Abbiamo pagato il prezzo di una crisi internazionale, con il prezzo delle materie prime industriali ed alimentari che è schizzato in alto grazie alla aumentata richiesta dei paesi asiatici. Basti pensare agli aumenti di petrolio, acciaio e prodotti alimentari.
Ma probabilmente abbiamo anche sopravvalutato la nostra capacità di parlare agli elettori, di comunicare.
Cito un paio di esempi tratti dalla rete.
Questa è la mail di un elettore di destra:

Scusate se metto l'accento su queste cose puramente mediatiche... ma sono proprio un vero seguace di berlusconi (pur avendo votato ferrara alla camera).
Ma quando il PD ha scelto "Mi fido di te" di Jovanotti, non era l'epifania dell'inconsistenza di questa forza politica? Jovanotti... torno a scriverlo:
Jovanotti. Possibile che si sia scelto lui?
Almeno Berlusca ha fatto una delle sue solite canzoncine trash da farci 2 risate sopra (noi berlusconiani ridiamo di queste cose)... siamo sempre al solito silvio: irriverente, dice quel cazzo che gli pare sbattendosene dell'etichetta politica. La cosa buffa è che alla fine tutto sommato ha ragione lui... perché la gente lo vota come nel 1994.
Non sarà che è giunta finalmente l'ora di finirla col politically correct?
Di queste facce serie e rabbuiate... del "questo non si dice/questo si dice" non sarà che ogni tanto un cornino di troppo ad una foto, un "kapò nazista" al tedesco irriverente di turno, sono necessari alla vita politica di un paese?
E poi che noia sono stati questi 2 anni... mamma che palle. Avevo smesso di leggere i giornali. Finalmente torna un po' di eccitamento, un po' di brio.

Si potrebbe pensare che non è questo il nostro target, non è con questo tipo di persone che vogliamo entrare in contatto. Ma sarebbe probabilmente un ennesimo errore di prospettiva. Se facciamo politica, è perchè pensiamo di avere una buona ricetta per risolvere i problemi di una larga fascia della popolazione. Non possiamo pensare di rivolgerci solamente alla fascia colta, pensosa, politicizzata. Se non troviamo il modo per entrare in contatto con la maggioranza degli italiani, allora faremmo bene a decidere che la nostra è, per sua natura, una attività politica di nicchia, elitaria, e quindi senza velleità di governo.

Ecco un altro messaggio comparso su una lista, e che potrebbe aiutarci a capire cosa vogliamo fare da grandi e a chi vogliamo parlare.

A volte ti accadono delle cose che hanno dell'incredibile per quanto
sanno di coincidenza e non lo sono affatto.
Ero arrivato con i miei due pargoli alla stazione di Zagarolo (me li
sono portati in ufficio stamattina, visto le scuole chiuse) e dopo aver
acquistato figurine, Liberazione e Manifesto (da oggi in poi li
acquisterò tutti i giorni, finché non chiuderanno, non perché il nano
li farà chiudere, ma per mancanza di fondi, il primo di sicuro), siamo
saliti sul treno in cerca di tre posti liberi, e io con i due
quotidiani in bella vista.... alcune persone gentilmente ci hanno
chiamato indicandoci i posti liberi, perché hanno visto i pupi che li
cercavano disperatamente.

Sono capitato vicino ad un gruppo di cinque passeggeri molto allegri,
tra i 25 e i 35 anni, standard popolare impiegatizio, commessa e
precario, all'incirca... linguaggio semplicistico e per nulla
ricercato, con difficoltà nell'articolare un discorso compiuto in
maniera corretta.... ce ne sono molti su quella tratta.
Appena mi sono seduto, con allegria hanno cercato di provocarmi
indirettamente, parlando tra di loro di politica a voce alta. Come
quando tra un gruppo di laziali capita un romanista o viceversa...Ma
sorpresa (anche per me stesso), non ne son rimasto per nulla
infastidito, anzi.... il mio intento era quello di non rispondere
neanche alla benché minima provocazione, anche quando hanno tirato
fuori Mangano... si divertivano e sorridevano ai pupi... io niente, li
ho fatti parlare, ero incuriosito... non è la prima volta che mi
capita di sentire esponeneti di una certa tipologia, molto diffusa tra
l'altro, che parla di politica.... però stavolta erano più sfacciati e
molto allegri....

Un'altra versione recente lo ha avuta conoscendo la maggior parte dei
genitori in trasferta per il rugby in provincia di Parma. I sinistri
leggevano, sentivano la musica, chiacchieravano a coppie molto
seriosamente (ce ne era una anche assai saccente con aria da
mestrina... antipatica da morire... anche questa è una tipologia
classica tra i 40 e i 50 anni di elettore, ma soprattutto elettrice di
sinistra), i destri si divertivano e facevano caciara.... hanno messo
su Renato Zero, facendolo sorbire a tutto il pullman, poi un cd di
barzellette pecorecce burine (non sto esagerando!) e un paio di donne
hanno anche intonato "Faccetta Nera", per poi passare immediatamente
dopo a parlare di Calcio.... e vi assicuro persone simpaticissime,
con le quali ho condiviso il tifo in campo e con le quali abbiamo
scambiato idee interessanti sui bambini...

Ma tornando a stamattina sul teno, un paio dei miei vicini erano anche
esponenti di sezioni locali, molto informati sulle questioni anche più
particolareggiate della campagna elettorale....
Erano contenti, felici, cosa ovvia, ma lo erano senza riserve, senza
criticare nessuno, senza mugugnare come facciamo noi sinistri o
piddisti.... anche quando vinciamo... senza un minimo di titubanza
nell'adorazione di Silvio, incondizionata, ma allegra e goliardica...
lo prendevano anche bonariamente in giro per le sue gaffes... ma
ammazzandosi di risate...
Dalle cose che hanno detto è venuto fuori, innanzitutto, che si
divertono un mucchio a sentire i loro leader in televisione, li
trovano spiritosi e irrispettosi e trovano tristi e pedanti gli
esponenti della parte avversa. Seconda cosa, che Berlusconi nei cinque
anni che ha governato non aveva le mani libere per colpa dell'UDC e
hanno addossato a Casini (altro tristo figuro) tutte le cause per cui
il nano non ha potuto mantenere le loro promesse.
E spesso stigmatizzavano gli intellettuali di sinistra, percependoli
come una casta aristocratica e ricca, nemici del popolo...

Popolari, sguaiati, caciaroni, con un pizzico de 'gnoranza, ma molto
gentili e accoglienti....
Quello che non siamo più noi.... Freddi e formali, anche nella
gentilezza, con la puzza sotto il naso, rancorosi, anche quando
vinciamo, litigiosi anche tra noi quando si parla di politica,
snob.... cosa che rende tremenamente antipatici non solo i nostri
leader, ma anche noi elettori di sinistra in genere, senza fare
distinzione alcuna....
Dovremmo riflettere di più su questo dato e capire che anche queste
cose contengono la sconfitta, in un paese come l'Italia, e
l'atteggiamento contrario non è per forza di cose da condannare.....
:-)





Oggi per la sinistra, per noi (NOI!) si apre un interrogativo basilare.
Abbiamo visto che buona parte degli italiani ha preferito dare fiducia a Berlusconi. Abbiamo capito che non siamo riusciti a parlare lo stesso linguaggio della maggior parte degli italiani. Ora dobbiamo decidere se vogliamo capire come entrare in contatto con la maggioranza degli italiani, o se preferiamo attendere che sia la maggioranza degli italiani a sintonizzarsi sul nostro linguaggio. E' evidente che si tratta di scelte con tempi e prospettive di riuscita notevolmente diverse. Ma si tratta proprio di strategie totalmente diverse.
Se vogliamo davvero incidere nella realtà italiana, se pensiamo di avere delle idee per un miglior governo della nazione, allora dobbiamo riuscire a parlare con il maggior numero di persone possibile.
Se invece preferiamo rivestire il ruolo di coscienza critica, se pensiamo che sia più utile, nel lungo periodo, seminare cultura ed un diverso, più altro modo di guardare alle cose del mondo, allora possiamo continuare a guardare con distacco e sufficienza ai programmi beceri che ci propina la televisione omologata sul modello berlusconiano, possiamo continuare a parlare ad un numero ristretto di persone, sperando che questo numero aumenti man mano che cresce il livello culturale della nazione.
Non e' una scelta facile.

Salvatore Randazzo

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