… ma anche…..

In politica, a parer mio, le scelte sono quasi sempre istintive, di pancia.

Parlo di noi che non siamo professionisti, e che non abbiamo motivi particolari per stare di qua o di la. Chi ha ricchezze da difendere, sa o crede di sapere da che parte stare per meglio tutelare i propri averi. Diciamo che per lo più si orienta a destra, nella convinzione più o meno fondata che sia la destra a fare gli interessi di chi ha. E che invece a sinistra si tenda a proteggere chi non ha.

Gli altri, quelli che non hanno averi da difendere, per lo più decidono con la pancia, in base alla propria storia, alla propria cultura, o magari identificandosi nella tradizione politica della propria famiglia o del gruppo sociale di appartenenza.

Difficile fare altrimenti, soprattutto in Italia dove le cose non sono mai certe, nette, univoche. Nel nostro dialettico paese riusciamo anche a dividerci sulla somma del 2+2. Non è detto che faccia quattro. Anzi. Dire subito che due più due fa quattro potrebbe sembrare una arbitraria semplificazione, una visione ristretta. Occorre allargare gli orizzonti, tenere conto, riflettere, elaborare. Certo, potrebbe fare quattro, ma anche cinque, e forse tre. Qualcuno certo si spinge ad affermare con forza che la somma possa essere due, in sintonia con gli addendi di partenza. O che, considerando tutti gli effetti meno visibili ma che non vanno certo trascurati, la somma possa anche essere sei.

In questo marasma uno si affida alla lettura dei giornali, alla eroica visione dei talk show, da Ballarò a Servizio Pubblico, senza trascurare Piazza Pulita e alleggerendosi ogni tanto con gli spettacoli di Crozza. Nelle pause una puntatina dalla Gruber, per otto e mezzo, e in tarda serata una visitina a Bruno Vespa, tanto per rovinarsi il sonno.

Risultato? Nullo. In linea di massima ognuno resta della propria idea anche perché è difficile, in tutto questo marasma, farsi davvero un’idea. I talk show sono una parata di parole vuote dove i protagonisti sono capaci di dire oggi il contrario di ieri e di domani.

La politica è fatica, perché se non si vuole solo friggere l’aria, occorre studiare, prepararsi. Per risolvere i problemi occorre prima capirli. Ed avere l’umiltà di capire dove hanno sbagliato quelli che ci hanno preceduto e che hanno fallito. E’ un lavoro duro, se lo si vuole fare bene.

La politica è un viaggio faticoso, per chi vuole uscire dal bla bla. Faticoso e a volte doloroso perché uno finisce per scontrarsi con la realtà che non è mai quella che vorremmo. La realtà non è fatta solo di libri e di grandi idee. La realtà è fatta di esseri umani con le loro debolezze, le loro vigliaccherie.

Uno parte con la voglia di migliorare le cose, e di trovare dei compagni di strada con le stesse idee. E in parte è così, ma poi tutto diventa più confuso. Scopri che non tutti la pensano come te su qual è il modo migliore. E poi ci sono, ovunque, quelli che in politica cercano l’affermazione personale, se non proprio l’utile. E allora non ci sono molte alternative: o hai la forza di imporre le tue idee, o riesci a deglutire. Oppure molli.