Guyana

Son qui da tre giorni, e un’idea di massima me la sono fatta: ho scelto la

La Guyana Francese
La Guyana Francese

stagione sbagliata. Pioggia, pioggia e ancora pioggia. E quando non piove, il cielo è comunque coperto. Tanto che non riesco minimamente ad orientarmi con il sole.

 

Di solito scende una pioggia leggera, fine, di quelle che pensi che non ti serva neanche l’ombrello, ma poi ti ritrovi fradicio. Poi, ogni tanto, uno scroscio di qualche minuto che sembra che debba scendere il diluvio universale. E di notte mi sveglia il rumore della pioggia sul tetto.

La temperatura oscilla fra i 23 e i 30°C. Ma l’umidità è sempre a livelli massimi, e i condizionatori sono ovunque.

La Guyana francese vive di ESA (European Space Agency), o meglio di Centre Spatial Guyanese (CSG). Il grosso dell’economia sembra girare attorno ai missili. A Kourou, dove sono in questo momento, lo spazio lo vedi anche per strada, nei cartelloni pubblicitari, sui muri, nelle gare di maratona.

Si consideri infatti che fino al 1960 la popolazione di qui era stabile, o in calo, intorno alle 1000 persone. Poi, da quando è arrivato il CSG, c’è stata un’impennata verticale che ha portato il numero di abitanti da 1000 a 25000

Centre Spatial Guyanèse
Centre Spatial Guyanèse

Qui vengono preparati e lanciati i missili Arianne (francese), Vega (Italiano) e Sojuz (Russo). Il posto è ideale, il migliore, perché al riparo dalle grandi tempeste, vicino all’Equatore (maggior velocità tangenziale), vicino al mare (quindi se il missile cade è probabile che vada in mare), praticamente disabitato e con molto spazio a disposizione.

Il centro spaziale è infatti un territorio

Mappa del CSG
Mappa del CSG (click per allargare)

enorme, con piccoli gruppi di costruzioni isolate, in modo che un eventuale incidente in un sito (i missili hanno il brutto vizio di esplodere) non danneggi edifici e attrezzature degli altri siti. Il risultato è che per andare da qui a li, o da “casa” al CSG si fanno le decine, a volte le centinaia di km al giorno.

Quanto agli abitanti,  ci sono i “locali” e i “missionari”. I locali sono per lo più neri. Alcuni sono molto, molto neri e belli. Altri sono così così, di provenienza brasiliana. Meno belli dei neri-neri che non so di che origine siano. Sembrano senegalesi.

I “missionari” invece sono per la quasi totalità bianchi, per lo più di origine francese o italiana. La missione dura un massimo di tre anni, rinnovabili per altri tre. Poi, comunque sia, si torna a casa. I pochi bianchi locali son coloro che hanno deciso di stabilirsi qui e aprire una attività loro. Qualche negozio, qualche ristorante, o qualche azienda di servizi tecnici e commerciali per il CSG. Ce n’è parecchi che una volta arrivati qui non se ne vogliono più andare via. Una specie di mal d’Africa, anche se siamo in sud  America. Come sempre, “chechez la femme”! Ci si innamora di qualche bellezza locale e non si torna più a casa.

La vita in Guyana Francese è strana, perché per certi versi sembra d’essere in Francia. La lingua, la moneta, i negozi, le leggi, è tutto francese. Per me, che non sono in grado di cogliere le sfumature dialettali, il francese di qui  sembra semplicemente francese, non colgo la differenza. Però siamo in sud America. E allora succedono cose strane. Le leggi in Guyana sono le stesse della Francia, ma le condizioni economiche e produttive sono molto diverse, allineate alla realtà dell’America latina. Questo comporta il fatto che qui non si possono produrre e vendere beni che non rispondano alle normative francesi e europee. Il risultato è che praticamente tutto viene importato dalla Francia o dall’Europa, quel che loro chiamano “le Metropòle”. Generi alimentari, vestiario, elettrodomestici, vestiti, persino la benzina, arrivano tutti dal Metropòle. I costi di trasporto sono notevoli, e il risultato è che qui il costo della vita è addirittura superiore a quello francese. Persino i rifiuti vengono rispediti “au Metropòle”, perché qui non ci sono aziende in grado di trattarli secondo le norme europee. Per rimediare in parte a questa situazione la Francia deve contribuire con delle sovvenzioni particolari o con delle detassazioni, altrimenti sarebbe difficile vivere e lavorare.

Ogni tanto la situazione si fa calda, e i locali organizzano degli scioperi abbastanza duri, come nella tradizione francese. Bloccano le strade d’accesso al CSG, all’aeroporto e alla città, per costringere le autorità centrali a rivedere le regole di contribuzione e defiscalizzazione. Recentemente c’è stato uno sciopero abbastanza lungo, e alla fine i locali hanno ottenuto una parte delle rivendicazioni.  Ma la situazione si era fatta complicata, nessuno arrivava, nessuno partiva, nessuno andava a lavorare al CSG, e persino i supermercati e i benzinai iniziavano ad andare in difficoltà.

Per il resto non si segnalano turbolenze di sorta. Bisogna dire che qui non c’è un movimento autonomista significativo. Pare ci sia stato un referendum, qualche tempo fa, che ha visto i locali votare per restar francesi. Ed è comprensibile, lo stato sociale francese è certamente meglio di quel che offrono gli stati vicini. Diventare indipendenti sarebbe un suicidio economico.

Un altro aspetto di questa situazione è che c’è gente che fa di tutto per entrare in Guyana Francese dai paesi vicini, soprattutto dal Brasile, per poter approfittare dello stato sociale francese. Qui vale la legge del diritto di nascita, e i bambini nati qui sono francesi a tutti gli effetti, e hanno diritto a istruzione, sanità e tutto il resto, esattamente come i francesi di Francia.

D’altra parte ho la sensazione che lo stato sociale qui si prenda cura di tutti, in modo molto efficace. La sensazione mi viene dal fatto che ho visto molti edifici, piuttosto ben fatti, che sembrano abitati per lo più da neri poveri. Sembrano, insomma, case popolari.

 

La città più vicina al CSG si chiama Kourou, 25’000 abitanti, una cittadina fatta di grandi spazi verdi, molte case ad un piano solo con il giardino intorno, pochi edifici più grandi. La definirei una città diluita, omeopatica. Negozi, ristoranti, banche come in Francia. Ma grandi prati, pezzi di foresta, casette basse e bianche, vicoli stretti,  e tetti di latta che ricordano un po’ le periferie del sud America. Non esiste un vero centro storico, per come l’intendiamo noi europei, con gli edifici di una volta e le stradine e i ristorantini e tutto il resto. C’è la città, tutta più o meno uguale. Ho come la sensazione che sia cresciuta di recente, dagli anni 60 in poi.

Il clima nei giorni della mia permanenza è quello della “piccola stagione delle piogge”, alla fine di Febbraio. Poi verrà qualche giorno di bel tempo, e poi ci si aspetta la “grande stagione delle piogge”. Siamo all’equatore, quindi giorni tutti uguali come durata. Quel che cambia è solo la presenza o meno della pioggia e del sole.  Per il resto la temperatura non scende mai sotto i 18°C e non sale mai sopra i 35°C (click qui sotto per le statistiche)

Statistiche Meteo Kourou
Statistiche Meteo Kourou

Una cosa caratteristica di questi posti, e in genere di tutte le colonie francesi, è la presenza della Legione Straniera.

Quartier Forget
Caserma della Legione Straniera
Legione Straniera
Addestramento dei Legionari

Storicamente alla legione poteva accedere chiunque cercasse un lavoro ben pagato e massacrante, con una disciplina ferrea. La selezione non era schizzinosa riguardo ai precedenti penali, il che faceva si che gente nei guai con la giustizia, per evitare di andare in galera finiva per arruolarsi nella Legion. Non so se oggi la storia sia la stessa, mi dicono che la maggioranza dei legionari qui a Kouru sono di origine serba o comunque dell’est Europa. Il che si spiega con uno stipendio di buon livello e nessuna competenza specifica richiesta. Occorre solamente essere pronti ad accettare una disciplina molto rigida. Una cosa strana, rispetto a quel che ci si potrebbe aspettare, è il comportamento dei legionari in libera uscita. Come da copione vanno in giro a bere e ad ubriacarsi, ma il loro comportamento resta assolutamente corretto. Niente risse, niente disturbi, niente molestie. Mi dicono che al primo sgarro sei fuori, o quanto meno che le risse e i comportamenti molesti non siano accettati e vengano pesantemente puniti.

I legionari li vedi, in gruppo, fare footing sui viali alberati, per lo più biondi, muscolosi, e con i pantaloncini bianchi.

La fauna è prevedibilmente un po’ diversa dalla nostra. Ho visto strani uccelli, grossi e con il piumaggio scuro, in grandi colonie. Non li caccia nessuno perché la carne pare non sia granché.

E ho visto strani animali, i Capybara, anche questi in gruppi tranquilli.

Capybara
Capybara

Sono grossi roditori con il manto scuro. Li vedi in branco, anche sul bordo della strada. Brucano tranquilli, senza paura.

E soprattutto ho sentito i GRILLI, che hanno una voce potente, sembra quasi il canto di un uccello o uno di quegli allarmi di casa con la sirena elettronica.

Per quanto riguarda gli insetti, io ho fatto conoscenza solo con qualche rara mosca e…. LE FORMICHE!

Una cosa che impari subito, qui, è a non lasciare niente in giro. Lo zucchero va tenuto in frigo o in vasetti sigillati. I piatti e le tazze, se non hai la lavastoviglie, li devi lavare SUBITO dopo pranzo o cena, non importa quanto stanco tu sia. Altrimenti ti ritrovi un gigalione di minuscole formiche, rapidissime, che godono dei tuoi avanzi! Stessa cosa per la tovaglia e per eventuali briciole per terra. Dopo un po’ stare attenti diventa un riflesso condizionato. Mi hanno detto che gli scarafaggi hanno bisogno di una portaerei per atterrare e decollare, ma ancora non ho avuto il (dis)piacere di vederli per casa.

Poi c’è una cosa strana, che si verificava soprattutto anni fa. Ci sono le farfalle cenerine che quando volano rilasciano una polverina molto urticante, che può causare forti allegie. Tanto che quando c’è l’invasione di queste farfalle si decide di spegnere le luci della città, lasciando accese solo delle luci rosse alle quale le farfalle non sono sensibili. E si puntano grossi fari sull’acqua  del lago, in modo che le farfalle vadano ad annegarsi in massa attirate dalla luce. La situazione è comunque migliorata da quando i legionari hanno tagliato la maggior parte delle mangrovie di cui si cibano le farfalle. Ma pare che queste abbiano iniziato a cambiare “ristorante”, iniziado a cibarsi di altre piante all’interno. La natura è sempre più forte di noi…

Chi viene qui deve fare la vaccinazione contro la febbre gialla, almeno 10 giorni prima di partire. Questo è il tempo necessario per essere immuni. Io non lo sapevo, e ho dovuto fare la vaccinazione all’aeroporto di Parigi.  Ma per la questione dei 10 giorni non mi volevano lasciar partire lo stesso. Insistendo all’italiana son riuscito a partire, ma mi hanno raccomandato di proteggermi per i primi 10 giorni con la lozione anti-zanzare. A dire il vero non è la stagione peggiore per questi fastidiosi animaletti, ma è meglio evitar di trovare la zanzara tigre fuori stagione e particolarmente motivata a diffondere la malattia.

Una cosa onnipresente in Guyana è la muffa. Tutte le costruzioni, dopo pochissimo tempo, portano tracce evidenti di umidità. 

Il mare mi han detto che è meglio evitarlo. E’ sporchissimo, a causa dei fiumi che arrivano dall’Amazzonia. Siccome piove molto, i fiumi sono fangosi e trasportano il fango a mare, il che rende l’acqua torbida e la costa fangosa. La foto qui sotto, presa dal satellite, fa vedere la fanghiglia che si raccoglie vicino alla costa da Sinnamary (a nord) a Cayenne (a sud).

Vista dal satellite
Vista dal satellite

Se si vuole fare il bagno conviene andare a l’Ile du Diable,  di fronte a Kourou, dove c’era la colonia penale di Papillon. C’è un traghetto che parte la mattina e torna la sera, con visita al museo e alla prigione.

Infatti da quel che mi dicono i locali non hanno l’abitudine di andare al mare a fare il bagno, benché la temperatura lo permetta tutto l’anno. Al massimo portano i bambini in spiaggia a giocare con la sabbia. Ma difficilmente entrano in acqua. Ecco qui sotto qualche immagine del mare nella zona chiama “Plages des Roches”.

Il Centro Spaziale Guyanese

Parlando del mio viaggio a Kourou mi sono accorto che molta gente ignora del tutto quale sia l’attività spaziale europea. Tutti (quasi tutti) sanno cos’è la NASA, cos’è lo Space Shuttle, ma pochi sanno che l’Europa ha effettuato nel 2016 sei lanci spaziali, ossia l’undici percento dei lanci spaziali mondiali

Il numero maggiore di lanci è effettuato dagli USA e dalla Cina, seguiti dalla Russia e poi dall’Europa, dall’India ecc ecc.

Il CSG nasce francese nel 1964, per decisione del gen. Charles De Gaulle. Il primo lancio di un missile Veronique avviene quattro anni dopo, nel 1968. Quando nel 1973 viene creata l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), la Francia propone l’utilizzo del CSG per le attività comunitarie. In questo modo l’ESA finanzia i due terzi del costo di gestione del CSG.

Arianne 6
Arianne 6

Vede così la luce la famiglia dei vettori Arianne, arrivata oggi al quinto membro Arianne 5, con il sesto membro Arianne 6 il cui primo lancio è previsto per il 2020. 

I missili Arianne  vengono usati per la messa in orbita di satelliti commerciali, militari o scientifici.  L’Arianne 5, con un peso al lancio di 750 tonnellate, può mettere in orbita bassa un carico di 18 tonnellate o di 7 tonnellate in orbita GTO (Orbita di Trasferimento Geostazionario)

 

 

Lanciatore VEGA
Lanciatore VEGA

 

Ma dal CSG di Kourou non vengono lanciati solo missili Arianne. Nel 2010 è infatti avvenuto il primo lancio del “piccolo” missile VEGA, 137 tonnellate al lancio, con un carico utile in orbita bassa di 2,5 tonnellate. Il VEGA è un progetto in gran parte (65%) italiano. 

Video interessanti sul VEGA:

 

 

 

Missile Soyuz
Missile Soyuz

E infine, dal 2011, dal CSG vengono lanciati anche i missili Soyuz,  300 tonnellate alla partenza, 3.5 tonnellate di carico utile in orbita GTO. E’ infatti stato fatto, nel 2002, un accordo fra ESA e l’agenzia spaziale russa per la costruzione di vettori Soyuz modificati per il lancio dal CSG. Il vettore Soyuz copre la fascia media rimasta libera fra i vettori Arianne-5 e i vettori VEGA. In questo articolo si parla molto nel dettaglio della realizzazione del poligono di lancio delle Soyuz al CSG di Kourou.

 

 

I missili vengono per lo più costruiti in Europa ed inviati poi in Guyana, al CSG, per l’assemblaggio ed il riempimento con il carburante e infine per l’assemblaggio finale che consiste nel mettere il carico utile (i satelliti da lanciare) nella capsula in cima al missile. Questa capsula serve a proteggere i satelliti al momento del lancio e dell’attraversamento dell’atmosfera. Poi, una volta fuori dall’atmosfera, la capsula si apre e i satelliti vengono “depositati” ognuno nella sua orbita. 

Per questo al CSG esistono vari siti, e in ogni sito viene eseguita una determinata operazione. Questo è vero per l’Arianne 5, che viene trasporato in piedi da un sito all’altro, fino alla piattaforma di lancio. Fa una certa impressione vedere questo matitone spostarsi da un sito all’altro. 

Il VEGA invece viene assemblato direttamente sulla rampa di lancio, all’interno di una specie di capannone verticale, che viene poi spostato al momento del lancio.

Per chi vuole approfondire il tema c’è un bel file PDF da leggere. Risale al 2005, non è quindi aggiornatissimo. Ma rende l’idea. 

Cosa ci faccio in Guyana

L’azienda per cui lavoro collabora  con il CSG e realizza sistemi di controllo automatico per apparecchiature e impianti.  Nella fattispecie, senza entrare in dettagli che potrebbero anche essere protetti o sensibili, abbiamo realizzato un sistema di controllo per sistemi di recupero dei gas tossici che si sviluppano durante il travaso del carburante nei vettori. Io sono stato mandato qui per tenere un corso di addestramento per manutentori di questi sistemi, e per mettere in funzione uno di questi sistemi. La messa in funzione del sistema è stata parte integrante di questo corso di addestramento.

Ho lavorato per due settimane, senza saperlo,  sotto la rampa di lancio del VEGA. Pensavo di essere sotto una costruzione qualsiasi di assemblaggio. 

Il capannone di assemblaggio del VEGA
Il capannone di assemblaggio del VEGA

 

Quel grosso palazzo che si vede qui sopra, un mezzo ai quattro enormi parafulmini, è il posto dove vengono assemblati i vari pezzi del VEGA. Nel filmato che ho inserito più sopra si vedono le varie fasi del montaggio del vettore. Quel che non sapevo è che, quando il missile è pronto, quell’enorme palazzo viene letteralmente fatto scorrere indietro, lasciando libera la rampa di lancio.

Il VEGA nel capannone di assemblaggio
Il VEGA nel capannone di assemblaggio

Quel che si vede qui sopra è il VEGA pronto, ancora dentro il capannone di allestimento, ma con le porte aperte.

Il VEGA fuori dal capannone, pronto al lancio
Il VEGA fuori dal capannone, pronto al lancio

Qui accantosi vede il palazzo arretrato, e il missile pronto alla partenza.

Il lancio del VEGA -1
Il lancio del VEGA -1

E qui si vede il missile al momento del lancio, con il palazzo nella sua posizione di lancio.

Il lancio del VEGA - 2
Il lancio del VEGA – 2