Il primo bla bla bla lo vorrei fare su Mattarella. Salvini, Di Maio, tutta la destra e “il popolo della rete” sparano idee in ordine sparso:
- Mattarella ignora la volontà popolare e ostacola la nascita del “governo del cambiamento”
- Mattarella tradisce il popolo italiano rifiutando la nomina di Savona come ministro.
- Mattarella tradisce gli interessi italiani accettando i diktat Franco-Tedeschi, delle banche, della finanza, dei “poteri forti”.
Vediamo questi punti uno per volta, partendo dalla “volontà popolare” e dal “governo del cambiamento”, ma facendo un piccolissimo esercizio di memoria: la “volontà popolare” non ha votato alcun “governo del cambiamento”. Infatti chi ha votato M5S lo ha fatto dopo una campagna elettorale tutta incentrata sulla lotta contro il ” vero nemico” identificato nella destra e nel suo capofila Salvini. I M5S dicevano infatto che il PD non aveva speranze, tutti i sondaggi lo davano per morto, e che il vero avversario del movimento era la destra. Stessa cosa, a parti inverse, nel campo della destra. Salvini e Berlusconi ne hanno dette di cotte e di crude sui M5S, e viceversa. Quindi NESSUN elettore di destra o M5S ha mai votato per un governo Lega-M5S. Nessuno. Il governo giallo-verde sarebbe, questo si, una evidente violazione del voto degli elettori.
Passiamo al buon Mattarella che, dicono, tradisce la volontà del popolo italiano rifiutando di nominare Savona alla carica di ministro dell’Economia. Ancora una volta val la pena di notare che Savona non era stato votato dagli elettori leghisti o M5S come cardine di un eventuale (ma non previsto) governo Lega-M5S. Quindi non esiste alcuna “volontà popolare degli elettori” riguardo alla nomina del prof.Savona alla carica di Ministro dell’Economia.
E poi c’è la Costituzione Italiana che recita:
«Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri».
Insommma, i ministri li PROPONE il PdC e li NOMINA il PdR. Quello del Presidente della Repubblica NON E’ un ruolo puramente notarile, ossia il PdR NON E’ OBBLIGATO a nominare i ministri che vengono proposti dal PdC. La Costituzione specifica che quella del PdC è una proposta. E come ogni porposta può essere o meno accettata dal PdR, che ha non solo il diritto, ma il dovere di verificare se questa proposta è più o meno utile alla nazione. E nessuno può sindacare queste sue scelte. Non esiste nella nostra Costituzione il concetto di poter mettere in stato d’accusa un PdR per atti relativi alla sua carica. In beve, l’idea di mettere sotto accusa Mattarella per aver rifiutato la nomina di Savona è una idiozia totale. Può piacere o meno, ma le regole sono queste. Se non piacciono, e se si ha la forza di farlo, si cambino le regole. Ma finchè le regole sono queste, si gioca secondo le regole.
Chi volesse approfondire non ha che da cercare su Google “Costituzione nomina ministri”. Ad esempio, un articolo interessante è quello pubblicato da ilPost il 27 maggio 2018.
E veniamo infine alla insopportabile sequenza che riguarda la Germania, la Francia, le Banche, la Finanza, e soprattutto i famosissimi “poteri forti”.
Da quando è caduto il muro viviamo tutti (a parte Cina e Nord Corea) in paesi a regime capitalista. Chi comanda è il capitale, sono le oligarchie, sono i soldi. E dove vengono custoditi i soldi? Nelle banche, nei fondi di investimento. Certo, nominalmente i regimi capitalisti si dicono “democratici”. Ma “il capitale” ha sempre molti modi per proporre con forza, al limite dell’imposizione, le proprie esigenze. Negli USA, ad esempio, la classe politica, soprattutto quella che raggiunge posizioni di vertice, viene da famiglie di antica e tradizionale ricchezza. D’altra parte i prezzi di una campagna elettorale sono tali da tagliar le gambe a qualsiasi outsider.
Certo, oggi internet ha cambiato le regole del gioco, e un outsider può sperare di raggiungere risultati insperati usando la rete. Ma anche questo non è del tutto vero, non più. Anche per ottenere successo sulla rete oggi servono soldi, e tanti, per pagare aziende specializzate nella creazione campagne di opinione online, nell’inserimento di commenti fasulli, nella creazione di notizie farlocche (fake news).
E quando il politico viene eletto, deve fare i conti con il vero potere, quello dei soldi. Difficile ottenere un qualsiasi risultato senza l’aiuto del vero potere, quello che manovra l’informazione, le banche, le industrie, i soldi.
Non è possibile governare CONTRO il potere. Quelli che parlano della “volontà popolare” o non sanno cosa dicono, o sono in malafede. LA volontà popolare vince solo se il potere decide di lasciarla vincere. Può vincere per questioni di contorno, divorzio si/no, aborto si/no. Ma per governare, per fare le infrastrutture, per far funzionare scuole e ospedali e tribunali e tutto il resto servono SOLDI. E quando non bastano, ossia sempre, gli stati chiedono soldi in prestito, emettendo buoni del tesoro e varie obbligazioni. Queste obbligazioni le comprano soprattutto le banche. E’ OVVIO che chi ti presta i soldi, e tanti, voglia avere voce in capitolo sulle scelte. Oppure non ti presta i soldi, semplice. E non puoi dire (come hanno fatto quelli del M5S) adesso non ripaghiamo più i debiti. Perché a quel punto non trovi più nessuno disposto a prestarti i soldi. Tu presteresti i soldi ad un tuo collega che va in giro a dire che non vuole ripagare i debiti?
Tutti gli stati fanno debiti. Non esiste uno stato in grado di “autofinanziarsi”. Tutti gli stati emettono obbligazioni, che vanno per lo più in mano alle banche e ai fondi di investimento. Le banche con i nostri soldi prestano soldi allo stato (a tutti gli stati “democratici”) e incassano gli interessi. Geniale.
Per questo quelli che si lamentano dello strapotere delle banche e della finanza sulle decisioni dei politici mi sembrano scemi o in malafede. Per com’è strutturata la vita pubblica occidentale non capisco quale sia l’alternativa.
C’è un’altra favola che viene mandata in giro in questo periodo, ossia quella degli stranieri che vogliono comprarsi l’Italia. E’ ancora una volta una questione di potere. Chi ha i soldi compera, chi non li ha deve rassegnarsi a vendere. Noi Italiani in questo periodo siamo indebitati fino al collo, e non abbiamo neanche gli occhi per piangere. E non per colpa dei cattivi stranieri. Siamo noi che abbiamo scarsissima cultura politica e industriale. Abbiamo uomini politici e dirigenti industriali impreparati, ignoranti. Le nostre aziende sono per lo più a scarsissimo livello tecnologico, e i manager sono per lo più non all’altezza. I pochi competitivi finiscono per emigrare o per spostare le aziende all’estero. Per decenni la scuola non è stata adeguatamente finanziata e potenziata, e la classe insegnante non è stata adeguatamente selezionata. In queste condizioni la classe politica non può essere meglio dei cittadini, e siamo a livelli mediamente più bassi dei nostri colleghi europei.
Il processo di uscita da queste condizioni è lungo, e non sono per niente certo che possa cominicare con un governo giallo-verde.